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Ti interessa il mondo della salute mentale e ti piacerebbe lavorare a stretto contatto con le persone, aiutandole nel loro percorso di cura e autonomia? Il corso di laurea in Tecnica della riabilitazione psichiatrica potrebbe essere la strada giusta per te. In questo articolo ti spieghiamo chi è questa figura professionale, cosa fa, dove lavora e come si accede al percorso universitario.

Chi è e cosa fa il tecnico della riabilitazione psichiatrica

Il tecnico della riabilitazione psichiatrica è una figura sanitaria specializzata nel progettare e attuare interventi riabilitativi rivolti a persone con disturbi psichiatrici. Lavora per migliorare la qualità della vita dei pazienti, sostenendoli nello sviluppo delle abilità sociali, nella gestione della quotidianità, nella riconquista dell’autonomia e, quando possibile, nel reinserimento scolastico, lavorativo e relazionale.

Collabora in équipe con psichiatri, psicologi, educatori, infermieri e assistenti sociali, contribuendo alla costruzione di un percorso terapeutico personalizzato e centrato sulla persona. Non fa diagnosi né prescrive farmaci, ma è una presenza fondamentale nei contesti di cura.

Dove lavora

Il tecnico della riabilitazione psichiatrica può lavorare in diversi contesti, pubblici e privati, sempre all’interno di équipe multidisciplinari che si occupano della salute mentale.

Nei servizi pubblici del Sistema Sanitario Nazionale (SSN)

  • Centri di salute mentale (CSM): sono strutture territoriali che offrono servizi di diagnosi, trattamento e riabilitazione per persone con disturbi psichiatrici, soprattutto in età adulta. Il tecnico si occupa di condurre colloqui individuali o di gruppo, attività di socializzazione, training di autonomia e laboratori terapeutici.
  • Centri diurni psichiatrici: accolgono persone che non richiedono un ricovero ma hanno bisogno di supporto quotidiano. Qui il tecnico organizza e gestisce attività educative, riabilitative e relazionali, aiutando i pazienti a mantenere una routine e rafforzare le abilità sociali.
  • Reparti ospedalieri di psichiatria (SPDC): nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura ospedalieri, il tecnico lavora a fianco del personale medico-infermieristico durante le fasi di ricovero, sostenendo i pazienti nel mantenimento dell’equilibrio psico-emotivo e nel reinserimento post-dimissione.
  • Neuropsichiatria infantile o dell’adolescenza: in questo ambito, il tecnico può operare su minori con disturbi del comportamento, dell’umore, dello sviluppo cognitivo o relazionale, affiancando interventi educativi e psicoeducativi in ambienti scolastici o riabilitativi.

Nelle strutture residenziali o semiresidenziali

  • Comunità terapeutiche e case famiglia: ospitano persone con gravi disturbi psichici o doppia diagnosi (dipendenze + disagio mentale). Il tecnico lavora quotidianamente a stretto contatto con i pazienti, gestendo attività di gruppo, accompagnamenti esterni, progetti di reinserimento sociale.
  • Strutture residenziali psichiatriche (SRP): sono strutture a medio-lungo termine per persone con problemi psichiatrici stabilizzati. Il tecnico accompagna i pazienti in percorsi personalizzati di autonomia domestica, gestione del denaro, relazioni sociali e tempo libero.

Nel privato sociale e nel terzo settore

  • Cooperative sociali, fondazioni, enti del terzo settore: molti tecnici lavorano in progetti di riabilitazione psicosociale, inserimento lavorativo, housing sociale, prevenzione del disagio giovanile. Sono realtà dinamiche, spesso legate a bandi regionali o progetti europei.

In ambito scolastico o educativo

In alcune regioni, i tecnici della riabilitazione psichiatrica possono collaborare con le scuole, soprattutto in progetti educativi e di supporto a studenti con fragilità psico-sociali o neurodivergenze.

In libera professione (con alcune limitazioni)

Anche se meno diffusa rispetto ad altre figure sanitarie, la libera professione è possibile, ad esempio come consulente per enti, associazioni, famiglie o progetti individuali, in particolare nel campo della psicoeducazione, del reinserimento lavorativo e della promozione del benessere psichico.

Il corso di laurea: durata, struttura, materie

Il corso di laurea in Tecnica della riabilitazione psichiatrica ha una durata di tre anni e appartiene alla classe L/SNT2 – Professioni sanitarie della riabilitazione. Si tratta di un corso di laurea a numero programmato nazionale: per accedervi, occorre superare il test di ammissione alle Professioni sanitarie. La laurea è abilitante, quindi consente di esercitare la professione senza ulteriori esami o praticantati.

Il piano di studi combina conoscenze teoriche e competenze pratiche, con un’impostazione fortemente interdisciplinare che unisce materie sanitarie, psicologiche e riabilitative. Fin dal primo anno, è previsto un ampio monte ore di tirocinio clinico che si svolge in strutture pubbliche e private convenzionate.

Materie teoriche

Durante il percorso formativo affronterai materie provenienti da diversi ambiti.

  • Area biomedica: anatomia, fisiologia, patologia, farmacologia, neurologia
  • Area psichiatrica e psicologica: psichiatria, psicologia clinica, psicologia dello sviluppo, neuropsichiatria infantile
  • Area pedagogica e sociale: pedagogia, sociologia, etica e deontologia professionale
  • Area specifica della professione: tecniche della riabilitazione psichiatrica, metodi di valutazione, progettazione degli interventi terapeutici-riabilitativi

Le lezioni si svolgono con modalità interattive, laboratori e workshop: si lavora spesso in gruppo simulando casi reali, per imparare a progettare interventi e relazionarsi in modo professionale con utenti e colleghi.

Tirocinio

Il tirocinio è obbligatorio e ha un ruolo centrale. Ogni anno il numero di ore aumenta:

  • primo anno: osservazione e affiancamento;
  • secondo anno: partecipazione attiva supervisionata;
  • terzo anno: autonomia crescente nella gestione dei casi, con supervisione.

Gli studenti svolgono il tirocinio in centri di salute mentale, reparti ospedalieri, comunità terapeutiche, centri per l’età evolutiva ecc. È previsto anche un tirocinio valutativo finale, che fa parte dell’esame di laurea.

Prova finale

Il percorso si conclude con un esame di laurea abilitante che comprende:

  • una prova pratica, in cui dimostrare le competenze professionali acquisite;
  • la discussione di una tesi su un argomento attinente all’esperienza di tirocinio o a un progetto riabilitativo.

Il titolo conseguito è il requisito necessario per l’iscrizione dall’albo professionale (area delle professioni sanitarie della riabilitazione).

Dove si studia: sedi, posti disponibili e rapporto domande/posti

Il corso di laurea in Tecnica della riabilitazione psichiatrica è attivo in 20 atenei pubblici italiani, distribuiti in modo piuttosto uniforme tra Nord, Centro e Sud. Ogni sede offre un numero limitato di posti stabilito annualmente dal Ministero dell’Università e della Ricerca in base ai fabbisogni formativi nazionali e regionali.

Atenei dove è attivo il corso

Ecco alcune delle principali università dove puoi trovare il corso attivo:

  • Nord Italia
    • Università degli studi di Torino
    • Università degli studi di Milano
    • Università degli studi di Verona
    • Università degli studi di Pavia
    • Università degli studi di Trieste
    • Università degli studi di Padova
    • Università degli studi di Brescia
  • Centro Italia
    • Sapienza Università di Roma
    • Università degli studi di Firenze
    • Università degli studi dell’Aquila
    • Università Politecnica delle Marche (Ancona)
  • Sud e Isole
    • Università degli studi di Catania
    • Università degli studi di Palermo
    • Università degli studi di Messina
    • Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
    • Università degli studi di Catanzaro “Magna Graecia”
    • Università degli studi di Foggia.

L’elenco può subire leggere variazioni ogni anno: è sempre bene controllare i bandi aggiornati dei singoli atenei.

Quanti posti ci sono?

Nell’anno accademico 2024/2025 i posti disponibili in tutta Italia sono stati 525 così distribuiti: le sedi più grandi offrivano 30-40 posti ciascuna, le altre tra i 15 e i 25, a seconda della capienza delle strutture ospitanti i tirocini.

Quante domande arrivano?

Nel 2024, le domande di ammissione sono state circa 680, con un rapporto domande/posti (D/P) pari a 1,3. Questo significa che, mediamente, per ogni posto disponibile c’è poco più di un candidato. È un dato significativo: rispetto ad altri corsi delle Professioni sanitarie (come Fisioterapia o Logopedia), il corso in Tecnica della riabilitazione psichiatrica presenta una concorrenza più bassa, pur trattandosi comunque di un corso a numero chiuso e selettivo. Per chi è motivato a lavorare nell’ambito della salute mentale può rappresentare un’ottima opportunità.

Come si accede: il test di ammissione

Come tutti i corsi delle Professioni sanitarie, anche quello in Tecnica della riabilitazione psichiatrica è a numero programmato nazionale. Per accedere devi superare il test di ammissione che si svolge a settembre, con una prova scritta che ha la stessa struttura in tutta Italia.

Il test prevede 60 domande a risposta multipla suddivise tra Biologia, Chimica, Matematica e Fisica, Logica e cultura generale. Hai 100 minuti di tempo per completarlo e il punteggio dipende da risposte corrette (+1 punto), errate (-0,25) e non date (0 punti).

Come prepararsi al test

Ecco alcuni consigli:

E dopo la laurea?

Il titolo conseguito al termine del corso di laurea in Tecniche della riabilitazione psichiatrica è abilitante: questo significa che, una volta superato l’esame finale, puoi iniziare subito a lavorare come professionista sanitario. Non sono richiesti altri esami di Stato né periodi di tirocinio aggiuntivi.

Opportunità lavorative

Il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è buono (circa il 70-75% secondo le stime Almalaurea) anche se può variare molto in base alla zona geografica. Le possibilità aumentano in aree dove il bisogno di professionisti della salute è più forte e dove ci sono strutture pubbliche o private ben organizzate.

Puoi lavorare in:

  • servizi pubblici del SSN tramite concorsi pubblici: CSM, SPDC, servizi psichiatrici ospedalieri, neuropsichiatria infantile;
  • strutture private convenzionate: comunità terapeutiche, centri diurni, residenze assistite;
  • cooperative sociali, fondazioni e ONG: spesso impegnate in progetti di riabilitazione, reinserimento sociale e salute mentale;
  • scuole e centri educativi, in progetti di prevenzione o supporto educativo-riabilitativo;
  • attività libero-professionale, come consulente o progettista di interventi psicoeducativi (con alcuni limiti rispetto ad altre figure).

Come si accede al lavoro pubblico?

Per lavorare nel servizio sanitario pubblico è necessario partecipare a concorsi regionali o aziendali banditi dalle ASL o dagli ospedali. Il tecnico della riabilitazione psichiatrica rientra nel profilo “Professioni sanitarie della riabilitazione” (categoria D del contratto del comparto sanità).

Per accedere, di solito occorrono:

  • laurea abilitante,
  • iscrizione all’albo (Federazione TSRM e PSTRP),
  • superamento di una prova scritta, pratica e orale.

Percorsi post-laurea

Anche se la laurea triennale consente di lavorare subito, molti laureati scelgono di continuare gli studi per specializzarsi ulteriormente. Ecco alcune opzioni:

  • Laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (classe LM/SNT2), utile per chi vuole far carriera, accedere a ruoli di coordinamento, didattica o ricerca.
  • Master di primo livello, ad esempio in riabilitazione psichiatrica avanzata, neuropsichiatria infantile, riabilitazione cognitiva, salute mentale di comunità
  • Corsi di perfezionamento su tecniche specifiche: arteterapia, musicoterapia, interventi psicoeducativi, tecniche ABA ecc.

E all’estero?

Il titolo è riconosciuto in diversi Paesi europei anche se per lavorare all’estero è spesso necessario tradurre il titolo, ottenere l’equipollenza o superare un esame linguistico e professionale.

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