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Il corso di Laurea in Ingegneria Biomedica integra metodi e tecnologie proprie dell’ingegneria con le problematiche mediche e biologiche proprie delle scienze della vita. Il piano di studi previsto per questo corso può presentare delle differenze rispetto ad altri tipi di Ingegneria. In questo articolo ci concentriamo su quali sono le materie da studiare a Ingegneria Biomedica.
Cosa trovi in questo articolo
Le materie del piano di studio di Ingegneria Biomedica
Se volete studiare Ingegneria Biomedica, durante il primo anno dovrete preparare esami anche molto diversi tra loro. Ecco le materie principali:
- Analisi Matematica 1 e Geometria
- Fisica sperimentale A, Meccanica Razionale, Fondamenti di Elettromagnetismo, Fisica tecnica
- Fondamenti di Chimica e Chimica Organica
- Biologia e Fisiologia
- Economia e Gestione dei sistemi sanitari
Questi argomenti li potete trovare o in forma di esami obbligatori, o di aree di conoscenze tra cui dovete scegliere alcuni esami fino a un massimo di un certo numero di crediti formativi universitari.
Cosa fa l’ingegnere biomedico?
I laureati in Ingegneria Biomedica progettano, realizzano e gestiscono gli impianti tecnologici che utilizzano i medici. Per questo, applicano i modelli biologici in campo tecnologico per introdurre nuove funzionalità o ottimizzare i processi tecnici in ambito biomedicale e non sono. Sono protagonisti dei processi di innovazione nel settore biomedicale e per questo si occupano a vario livello di:
- analizzare e comprendere il funzionamento dei sistemi biologici in condizioni normali e/o patologiche;
- sviluppare nuove apparecchiature a scopi preventivi o per supportare attività di diagnosi, applicazioni terapeutiche e/o riabilitative (come nuove protesi, organi artificiali, sistemi di supporto alla vita etc.)
- studiare e proporre nuovi materiali biologici da includere nella progettazione di nuove apparecchiature, incluse bio e nanotecnologie;
- analizzare i processi di gestione dei sistemi sanitari sul piano tecnologico e organizzativo per capire se e come proporre migliorie e ottimizzazioni.
Sbocchi professionali per l’ingegnere biomedico
L’ingegneria biomedica rappresenta un settore in forte espansione, sia in Italia che all’estero, nel quale l’Europa è leader non solo per l’innovazione, ma anche per l’offerta occupazionale.
I laureati in Ingegneria Biomedica hanno sostanzialmente tre sbocchi disponibili post-lauream:
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- lavorare nel settore industriale, quindi nelle aziende biomediche e farmaceutiche. In questi casi, la loro attività è soprattutto legata alla produzione e realizzazione di prodotti biomedicali;
- operare in strutture pubbliche e private per gestire le apparecchiature biomediche presenti oppure per risolvere eventuali problemi metodologici o tecnologici;
- continuare a studiare in università iscrivendosi a un corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica della durata di due anni, con l’obiettivo di proseguire come ricercatore universitario.
Data la varietà di soluzioni disponibili, l’Ingegnere Biomedico può quindi essere un libero professionista o un dipendente.
Ammissione a Ingegneria Biomedica
Se volete accedere a Ingegneria Biomedica tenete presente che nella quasi totalità dei casi è a numero chiuso. Quindi c’è un test di ammissione da sostenere è da superare. Nel caso del Politecnico di Milano potete sostenere lo specifico TOL oppure il test adottato anche dalla maggioranza delle università: il TOLC-I del CISIA.
In caso di test di accesso, avete diverse soluzioni per lo studio a vostra disposizione:
Fonte immagini: pixabay.com/it
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