Condividi su:

test-medicina-parita

Se nel tuo futuro c’è il camice bianco, probabilmente ti stai preparando al test di Medicina. Per arrivare al giorno della prova con il giusto focus, oltre che studiare al meglio le materie d’esame, è bene che tu sia consapevole di come viene valutato il test. In questo articolo ci occupiamo di un caso particolare che può verificarsi: quello della parità di punteggio tra due elaborati. Come ci si comporta se due candidati ottengono gli stessi punti nella prova?

La valutazione della prova

In generale, le domande del test di Medicina sono valutate attribuendo 1,5 punti alle risposte corrette e sottraendo 0,4 punti a quelle errate, mentre le risposte omesse sono ininfluenti. Per essere idonei all’iscrizione nella graduatoria nazionale occorre aver totalizzato almeno 20 punti.

Se i punteggi sono pari, spazio alle materie

Nel caso vi siano due o più prove con lo stesso punteggio, il Ministero ha definito, all’interno del decreto ufficiale, quali sono i criteri per uscire dall’impasse.

Il primo: si vanno a vedere i punteggi ottenuti nelle singole sezioni disciplinari della prova.

La prima sezione che si prende in considerazione è biologia: il candidato che ha ottenuto il punteggio più alto in questa materia risulta vincente sugli altri. Successivamente, qualora anche in biologia si abbiano gli stessi risultati, si va a vedere il punteggio raggiunto in chimica e poi, eventualmente, quello di fisica e matematica seguito, nell’ordine, da quelli di logica e di conoscenze e competenze acquisite negli studi.

Facciamo un esempio. Marco, Anna e Laura hanno totalizzato 65 punti. Marco e Laura hanno raggiunto entrambi 30 punti in biologia mentre Anna ne ha fatti 18. In base a quanto detto sopra, Marco e Anna superano Laura perché il loro punteggio in biologia è più alto. Chi “vince” però tra Marco e Laura? Per capirlo occorre passare alla seconda materia: chimica. Laura in chimica ha performato meglio: i suoi 15 punti le consentono allora di superare Marco che di punti ne ha fatti 13,5. E così via.

E se non bastasse?

La casistica contemplata dal decreto ministeriale non si ferma qui: il documento prende in esame lo scenario in cui i punteggi siano pari in tutte le sezioni disciplinari; non si tratta di un’eventualità poi così remota: succede, per esempio, quando due o più candidati raggiungono il punteggio massimo. Nel 2024, gli studenti che hanno totalizzato il punteggio massimo di 90 punti sono ben 621: ecco che la parità in tutte le materie è servita. Al di là di questo caso particolare, quando i punteggi sono molto “schiacciati” tra loro, potrebbe succedere che, nella graduatoria finale, due o più studenti siano interessati a un posto nel medesimo ateneo. Come si procede allora in questo caso?

Qui il decreto introduce un’ulteriore casistica: prende in esame il caso di una persona disabile o con invalidità pari o superiore al 66%. In un possibile confronto con qualcuno che non abbia queste caratteristiche, la persona disabile o invalida ha la precedenza sull’altra.

Al di fuori di questo scenario, l’ultimo criterio adottato per dirimere un caso di parità “prolungata” anche in tutte le sezioni disciplinari è quello anagrafico: il punteggio raggiunto dal candidato o dalla candidata più giovane ha la meglio.

Come puoi prepararti

Per prepararti al meglio al concorso, puoi scegliere di studiare su manuali di preparazione specifici oppure, se ti serve supporto diretto, puoi scegliere di frequentare un corso pensato per il test di Medicina. In ogni caso, ti auguriamo buon lavoro!

Condividi su: