Condividi su:

cosa-fare-dopo-laurea-giurisprudenza

Quando si pensa a quale laurea scegliere, Giurisprudenza è tra le prime che vengono in mente. Del resto, la professione dell’esperto in legge esercita sempre un certo fascino. Ma come si concretizza tutto ciò? Detto altrimenti: cosa fare dopo la laurea in Giurisprudenza?

Le strade a disposizione sono tante. Vi presentiamo qui i tre principali percorsi lavorativi che potete intraprendere dopo aver conseguito il titolo.

1. Diventare avvocato

Questa è la strada principale imboccata dalla maggior parte dei laureati in Giurisprudenza. Per diventare avvocato bisogna sostenere un periodo di praticantato di 18 mesi, sostenere l’esame di Stato e poi iscriversi all’Albo degli avvocati della propria provincia di residenza.

Se sceglierete questa strada, vi potrà anche essere utile sapere che differenza c’è tra avvocato penalista e civilista.

2. Diventare notaio

La funzione del notaio si svolge a metà tra il pubblico e il privato. Il suo compito è quello di garantire la validità dei contratti e, più in generale, dei negozi giuridici. Come nel caso dell’avvocatura, per esercitare questa professione bisogna:

  • essere in possesso di una laurea specialistica o di una laurea magistrale in Giurisprudenza
  • svolgere il periodo di praticantato di diciotto mesi presso un notaio
  • superare l’esame di Stato composto da una prova scritta e una orale

Per maggiori informazioni, si rimanda al sito Giustizia.it.

3. Diventare magistrato

Si diventa magistrati ordinari superando un concorso pubblico per esami al quale possono partecipare:

  • coloro che sono abilitati all’esercizio della professione forense e che, nel caso in cui siano iscritti all’Albo degli avvocati, non sono incorsi in sanzioni disciplinari;
  • coloro che hanno svolto le funzioni di magistrato onorario (giudice di pace, giudice onorario di tribunale, vice procuratore onorario, giudice onorario aggregato) per almeno 6 anni senza essere stati destituiti o essere incorsi in sanzioni disciplinari;
  • i laureati in giurisprudenza che, al termine di un corso di laurea di durata non inferiore ai quattro anni (salvo che non si tratti di una seconda laurea), hanno conseguito il dottorato di ricerca in materie giuridiche o hanno conseguito il diploma di specializzazione in una disciplina giuridica;
  • i laureati in giurisprudenza che, al termine di un corso di laurea di durata non inferiore ai quattro anni, hanno concluso positivamente lo stage presso gli uffici giudiziari o hanno svolto il tirocinio professionale per 18 mesi presso l’Avvocatura dello Stato

Per maggiori informazioni, si rimanda sempre al sito Giustizia.it.

Qualunque sia la vostra scelta riguardo a cosa fare dopo la laurea in Giurisprudenza, sappiate che in molti casi si tratta di un corso di laurea a numero chiuso, quindi con un test di accesso da superare. E per prepararvi nel modo migliore alla prova, potete studiare su libri per il test di Giurisprudenza, focalizzati sulle materie oggetto del test.

Fonte immagine: Pixabay.com/it

Condividi su: