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La professione del farmacista può essere esercitata sia come dipendente, sia come libero professionista. Nel primo caso, potete operare presso farmacie o parafarmacie sia comunali che private. Oppure ancora aprire una vostra farmacia e/o parafarmacia. Nel secondo caso, invece, potete operare nell’ambito della libera professione, come farmacista libero professionista. Ma cosa significa? E che implicazioni ha? Vediamo assieme gli aspetti principali.

Farmacista libera professione: gli step

Per poter lavorare come farmacista, sia libero professionista che dipendente, il professionista deve:

Cosa fa il farmacista nella libera professione

Le attività che può svolgere il farmacista libero professionista, in sostanza, sono le stesse del regime di farmacista dipendente. La differenza principale sta nel fatto che il farmacista in libera professione offre le proprie competenze ai colleghi titolari di farmacia o parafarmacia per coprire esigenze straordinarie o periodiche. Per far sì che questa sia un’attività interessante a livello di remunerazione è importante che questa scelta professionale si collochi in una fase di prima maturità del professionista. Un farmacista neolaureato che si sta interessando a questa tipologia di attività, è meglio che prima faccia esperienza presso farmacie e/o parafarmacie. In questo modo maturerà esperienza e potrà rivendere questa esperienza a terzi.

Vantaggi (e svantaggi) della Libera Professione

Lavorando come farmacista libero professionista potete inserirvi in un contesto professionale più dinamico, in cui potete trovarvi a lavorare ogni settimana in una farmacia diversa, con i professionisti che la compongono e la tipologia di clienti che la frequenta. In questo senso è fondamentale essere flessibili, comunicativi e attenti a ogni aspetto della farmacia-cliente. In aggiunta alla vostra attività principale, avete libertà nella gestione della vostra agenda, per cui potete aggiungere altre attività secondarie, come la collaborazione con aziende farmaceutiche o svariate attività che in ambito scientifico possono coinvolgervi.

Tra gli svantaggi, vi è di sicuro la gestione burocratica della propria professione. Il farmacista libero professionista, in quanto titolare di partita IVA, è quindi portato a gestire da sé la contabilità e tutti gli adempimenti fiscali del caso. Ecco alcuni esempi:

  • le ritenute previdenziali, che ogni lavoratore dipendente ha come trattenute all’origine dal proprio datore di lavoro, nel caso del libero professionista vanno previste da sé. L’ente previdenziale da consultare a riguardo è sicuramente l’ENPAF, Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Farmacisti;
  • dovete stabilire qual è l’onorario per la vostra prestazione, tenendo conto che non esistono dei tariffari di legge e che, quindi, siete liberi di costruire il vostro tariffario su misura della vostra esperienza e dei vostri clienti. Tendenzialmente le attività per servizi vengono conteggiate per ora, giorni oppure a consuntivo, tramite un prezzo forfettario. In ogni caso, dovete essere anche in grado di “difendere” e/o di adattare il vostro tariffario al cliente o alle vostre necessità. E soprattutto: dovrete assicurarvi che i pagamenti giungano nei tempi e nei modi concordati.

Maggiori informazioni sul lavoro di farmacista come libero professionista sono reperibili sul sito della Federazione ordini farmacisti italiani, Fofi.it.

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